Ecco Romanello che coglie il papiro di segni verbo-visuali, geroglifici moderni e pre-linguistici, pattern foto-grafici, che traducono la realtà visitata in simboli di storia e creatività, di un’antropologia femminile dolce e sensibile. La pittura e l’incisione si combinano con l’arte performativa e concettuale, introducendo il collage e usando la fotografia, creando libri d’artista, con carte graffiate e con lastre di zinco e di rame. La luce bianca punta su una visibilità in penombra; raggi radenti colorano assemblaggi di ready-made e petits objets, fragili teche di cose-pensieri.